Con colpevole ritardo pubblichiamo l’intervista realizzata a Massimo Contini a Maggiora. Varesino, la sua carriera è legata indissolubilmente alla Cagiva con cui ha colto i migliori risultati nel mondiale 125. Nel 1986 arriva terzo ed è in lotta per il campionato per gran parte della stagione. Quell’anno vince anche il campionato italiano di categoria realizzando la perfect season, ossia vincendo tutte le manche.
Intervista realizzata in collaborazione con Nicola Paoletti di motocrossall.
Mxt: buongiorno Massimo. Qui a Maggiora andando a memoria non hai mai corso il mondiale, ma solo il mitico Nazioni del 1986.
C: Si, il mondiale mai. Ho fatto tante gare nazionali e il momento clou è stato il Nazioni. Come squadra siamo arrivati terzi, io nella 125 ho fatto secondo assoluto dietro O’ Mara. Nella prima manche ho chiuso secondo nella 125, mentre nell’altra mi si è spenta la moto a primo giro ed ho rimontato fino al quarto posto di categoria.
MXT: il 1986 è stato l’anno più bello nella tua carriera. Grande doppietta a Grottazzolina e sei stato in lotta per il titolo.
C: Si sono stato in lotta fino alla fine ma è mancata un poco di fortuna. Quell’anno ero pilota ufficiale insieme a Strijbos e Vehkonen, ma diciamo che ero pure il collaudatore per la Cagiva. Le moto erano più o meno uguali, a parte le varie personalizzazioni chieste dai piloti ed eravamo trattati tutti allo stesso modo. Poi, ed è normale, quando è rimasto solo Dave in lotta per il titolo riceveva qualche attenzione in più.
MXT: Qualche tempo fa abbiamo intervistato Jan Witteveen che ci ha detto che la sua più grade soddisfazione era quella di avere nel 1986 tutte e tre le moto ufficiali in testa alla prima curva. Come è stato lavorare con lui?
C: Jan era un grandissimo organizzatore. Sapeva mettere gli uomini al posto giusto per ottenere un unico scopo ossia vincere. In un reparto corse non è un lavoro facile perché si creano all’interno delle rivalità, ma lui riusciva ad amalgamare tutto l’ambiente. Poi sapeva infondere a tutti sicurezza e si assumeva tutte le responsabilità.
MXT: E Castiglioni si faceva vedere?
C: Non tanto. Lui non amava molto il fuoristrada, era innamorato della velocità.
MXT: Carletto Pernat era il team manager. Che squadrone!
C: Si Carlo era il team manager, che personaggio! Grandioso.
MXT: Ne sapeva una più del diavolo! Parliamo delle benzine in Brasile?
C: Una pensata sua e di Jan. Tutti nel mondiale usavamo delle benzine speciali ed era difficile averle durante le trasferte in Brasile. Invece loro riuscivano sempre a farle arrivare e questo ci dava un sicuro vantaggio nei confronti degli avversari che si arrangiavano con le benzine locali. La loro bravura era quella di riuscire a sdoganare quei fusti.
MXT: Segui la EMX125? I ragazzi di oggi come passo sono superiori ai piloti della tua generazione?
C: Sono sicuramente più veloci. In 40 anni il motocross è cambiato notevolmente! Però fare un confronto tra i piloti di epoche diverse non ha molto senso. Noi siamo cresciuti in un motocross di un certo tipo, con certi tipi di moto e di piste.
MXT: Nel 1986 con la 250 avevi cominciato alla grande il campionato italiano. Poi cosa è successo?
C: Si ma poi abbiamo avuto qualche problema a metà stagione. Siamo arrivati all’ultima gara in lizza per il titolo ma poi è andata male.
MXT: Nella 125 hai fatto la perfect season, vincendo tutte le manche. Poi Cagiva ha abbandonato.
C: Si, ho fatto ancora il 1987 e il 1988 con loro, ma l’ultimo anno era tutto in smobilitazione. Poi ho fatto il 1989 con la Honda e il 90 e il 91 con la Kawasaki.
MXT: Come è stato passare a una moto giapponese?
C: Ti racconto una cosa. Nel 1984 correvo con la Kawasaki, poi nel 1985 ho corso il primo anno con la Cagiva. Ho firmato il contratto senza provare la moto e quando me l’hanno data per la prima volta sono andato a girare su una pista sabbiosa. Abituato con la Kawasaki non riuscivo a fare nemmeno una curva ed ho pensato di avere fatto la cazzata più grossa della mia vita! Non riuscivo a guidarla! Era piccola, corta ed ero disperato. Arrivato a casa ho chiamato subito Jan per avere delucidazioni. Poi piano piano sono riuscito a sistemarla ed era un’altra moto. Il passaggio da una giapponese alla Cagiva è stato epocale, loro erano molto più avanti rispetto ai giapponesi.
MXT: e il passaggio inverso?
C: Honda aveva un bel telaio ed era facile da guidare, ma era carente di motore per completere nel mondiale. La Cagiva aveva delle caratteristiche del motore che in Honda non potevi replicare.
MXT: 1988 e il duello Bayle contro Strijbos. Ha vinto il piu forte.
C: Ci sono stati degli episodi sfortunati per Dave. Secondo me se la sono giocata alla pari. Bayle fortissimo, ma Strijbos non era da meno.
MXT: Dave come compagno di squadra come era? E Pekka?
C: Con Pekka mi sono trovato sempre benissimo. Era simpaticissimo. Dave, che aveva la mentalità da vincente, un poco come Puzar, come tutti i vincenti stava per i fatti suoi.
MXT: In Cagiva è arrivato anche Mike Healey.
C: quando è arrivato, l’ho ospitato a casa mia qualche giorno. Poi l’ho portato io in Francia a fare la prima gara. Era un ragaazzo strano, un poco pazzerello. Il classico americano da spiaggia, mettiamola così! Si allenava poco, si svegliava alle 11 del mattino. Ma quando saliva in moto e c’era da dare gas nulla da dire!
Foto Daniele Sinatra