TOMASIN: IL MIO KIT PLUG AND PLAY

Abbiamo fatto una piacevole intervista a Enrico Tomasin a Maggiora nel corso del 2T Trophy. Ovviamente abbiamo parlato della sua splendita T500, in gara questa volta con Pellegrini che ha chiuso al terzo posto nella categoria over 35 alle spalle di Paulin Gautier e Pourcel, ma abbiamo parlato anche di altro. Buona lettura.

MXT: Enrico la moto è stupenda. Poi fai una cosa che gli altri non fanno: parti dalla moto originale 4T e mantenendo lo stesso basamento la fai diventare una 2T. Gli altri invece usano il motore da 500 cc e devono lavorare per forza sul telaio cambiando gli attacchi, la culla etc.

E: Ho realizzato un KIT plug and play: l’utente sostanzialmente non modifica nulla a livello di ciclistica. In altri termini puoi comprare tre prodotti da noi: 2 kit motore, uno con il cambio e l’altro senza, oppure la moto intera; il punto di forza è che il Kit è reversibile. Lo compri e lo monti, ma se un giorno ti dovessi stufare, puoi smontare tutto, rimontare la testa della moto originale e farla tornare nuovamente una 4T. Il Kit è quindi 100% reversibile. Si tratta di una cosa che nessuno ha mai fatto. Il Kit plug and play garantisce quindi tutte le funzionalità di una moto moderna, come il kit di avviamento, l’iniezione elettronica, il launch control e il traction control, ma tutto applicato al 2 tempi. Inoltre forniamo anche assistenza, anche da remoto. Se c’è un problema e la moto si trova dall’altra parte del mondo forniamo ugualmente assistenza tramite un cablaggio grazie al quale ci si può connettere da tutto il mondo.

MXT: Al momento quante moto hai prodotto e/o vendute?

E: Abbiamo aperto i preordini a settembre del 2023 subito dopo il Fastcross e a fine mese avevamo già 30 moto in preordine. Le abbiamo cominciate a consegnare a gennaio 2024 e fino ad oggi ne abbiamo vendute circa 140, tra moto complete e Kit. Più o meno 80/85 moto e il resto Kit. Abbiamo distributori in tutto il mondo, anche nelle aree più disparate.

MXT: Finora la moto ha partecipato al Fastcross con Tixier ed oggi con Pellegrini. Prevedi che la moto possa gareggiare anche in veri campionati?

E: Le gare le facciamo soprattutto per ottenere, ovviamente, visibilità e anche per fare dei test, che sono importanti. Le gare ci servono per testare la moto in contesti diversi e in condizioni estreme. Comunque le moto in giro per il mondo gareggiano e fanno campionati, come ad esempio in Olanda e in Nuova Zelanda. In Australia corrono le beach race mentre in America saltano sulle dune con le gomme a pala.

MXT: Sei molto conosciuto anche per i lavori che fai per i team del mondiale. Attualmente collabori con qualcuno o questo progetto ti ha assorbito completamente.

E: Il gruppo Tomasin comprende tre aziende: la T500, la Tomasin Racing che gestisce lo sviluppo dell’elettronica per i motori HRC e di altri team, e poi abbiamo la parte della vendita di moto nuove e usate.

MXT: Sei stato legato per molti anni a Martin, avete cominciato con lui mi pare.

E: Si ci sono stato 8 anni ed ho lavorato con Bolley, Jorgensen, Pichon, Jelen, Paulin Gautier, Cairoli. Di Cairoli le uniche 2 moto superstiti degli anni che ha corso con Martin le ho io. Ho la 2001, che poi era la moto del povero Scott Sheak, e la 2003 con cui ha fatto l’ultima gara dell’italiano ad Odolo che ha vinto.

MXT: In tanti anni di mondiale hai sicuramente parecchie cose da raccontare. Un ricordo o aneddoto a cui sei legato particolarmente?

E: Sicuramente Teutschenthal 2004. I piloti erano Pichon e Jorgensen. Pichon sabato era in pole con più di un secondo sugli inseguitori. Decide di fare un ultimo tentativo e all’intermedio era un secondo più veloce rispetto al tempo della pole. Prima di finire il giro, quasi arrivato all’arrivo, a terra c’era Danny Theibers, e per evitarlo sulla rampa del salto finale ha preso due canali diversi, uno con la ruota davanti e uno con quella dietro. Pichon è volato via, ma la moto ha rimbalzato e ha passato il traguardo lo stesso migliorando ugualmente il tempo della pole. Pichon però dopo la caduta era messo davvero male con la clavicola e le varie botte prese. Il giorno dopo, lui era tutto fasciato, e lo abbiamo preso letteralmente di peso e caricato sulla moto. La gara la vinse comunque Jorgensen con una doppietta e in quella gara le nostre due moto in partenza erano sempre prima e seconda. Uno dei miei ricordi più belli.

MXT: Se non ricordo male, oltre alle moto di Cairoli, hai anche altre moto a casa.

E: Si ho una mia collezione privata. Sono tutte moto su cui ho lavorato. Ho quella di Bolley, quella di Pichon e tante altre.

MXT: Da persona che abitualmente frequenta il mondiale, che ne pensi delle ultime polemiche sulle piste innescate da Herlings a cui poi si è aggiunto Guadagnini. E sulla chiusura di alcuni team?

E: La critica sulle piste è legittima, c’è un fondo si verità. Il problema è che andiamo a correre in posti dove preferiremmo non andare e in effetti è così. Secondo me bisognerebbe tornare  di più al passato per guardare al futuro. Mi spiego: o per crescere fai una cosa totalmente nuova e fai qualcosa stile Supercross  per portare la gente, oppure torni al passato e per aumentare la spettacolarità corri sempre su piste come Matterley Basin. Piste belle dove si può sorpassare e non monotraiettoria come alcune di quelle di adesso, dove il pilota deve rischiare tanto per passare e poi magari si infortuna. Oppure si dovrebbe rivedere il format. Prediamo ad esempio l’evento di oggi a Maggiora: si sono corse due manche da dieci minuti. Al mondiale non dico da dieci ma magari nei fai tre da quindici o venti. Cosa vuole vedere la gente? La partenza, i duelli, lo spettacolo. Con le manche lunghe invece alcuni piloti dopo 15 minuti sono vittime del calo fisico, a parte ovviamente i primi, e la gente si annoia a vedere questi piloti che bivaccano fino alla fine. Manche corte e più spettacolo. Questa potrebbe essere l’alternativa.

Intervista e foto Daniele Sinatra

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *