Infuriano le polemiche dopo l’ultimo Gp della stagione, corso a Castilla la Mancha.
La pista, per noi spettatori, era oggettivamente brutta! A sentire i piloti preparata male e pericolosa.
A lanciare il sasso è stato Herlings in conferenza stampa, dove ha commentato la penalità subita (tre posizioni) per avere tagliato la pista; penalità che gli è costata anche la vitoria del Gp.
Le sue parole:
“Sento che questo GP mi sia stato rubato a causa della penalità. Nella prima manche sono uscito di pista per un contatto e sono stato retrocesso di tre posizioni, nonostante sia rientrato in un punto sicuro. In quel tratto c’erano tubi dell’acqua, cavi elettrici, rocce, non ho guadagnato posizioni, e mi hanno comunque penalizzato. Quando abbiamo chiesto spiegazioni ci è stato detto di pagare 650 euro, ma che il risultato non sarebbe cambiato. Penso che non ci sia rispetto per noi piloti.
Scusate per le critiche ma dovete avere rispetto per noi piloti, la FIM è responsabile della nostra sicurezza e la pista di oggi non era da Mondiale. Penso di essere l’unico che parla e che cerca di migliorare la situazione anche per gli altri piloti. Questa è una pista da Motocross o una festa di club? Non possiamo considerarlo un Campionato del Mondo e capisco i piloti che vanno a correre in USA! Se avessi la loro età domattina prenderei il primo volo e me ne andrei anch’io.”
Parole molto pesanti a cui fanno seguito quelle di Mattia Guadagnini che su una storia su instagram prima riposta la conferenza stampa di Herlings e poi dice la sua rincarando la dose, commentando anche sua caduta.
Le sue parole:
“Non voglio dire che la caduta non sia colpa mia ma è stato davvero uno spettacolo di merda! Pista da campionato regionale, polverosa tanto che sabato non si vedevano nemmeno le linee, tanta acqua sulle rampe dei salti e sugli atterragi fino a 2 minuti prima della partenza. La sicurezza dovrebbe essere la priorità! Tre quarti dei GP si svolgono su piste dove non puoi sorpassare. Se parti bene puoi stare nei primi 5, se parti male arrivi quindicesimo .Penso che i ragazzi americani ci prendano in giro quando vedono le nostre gare in TV “
Si ripropone il problema piste. Si va in paesi che possono pagare per avere il mondiale ma spessi si corre su piste spaventose.
Sul punto interviene anche Cairoli evidenziando che il problema piste si trascina da anni e che i piloti non fanno sentire la loro voce perché non sono uniti. Antonio ricorda anche quando con Desalle diede vita a un comitato dei piloti che non ha mai funzionato.
Foto Dimidg70