Nel biennio 2009/2010 le strade di Alex Puzar e di Riccardo Boschi, amici già da diversi anni, si incrociarono e ne venne fuori quasi dal nulla la partecipazione ad alcune gare del Mondiale Veteran. Dopo il primo anno i due decisero di fare le cose in grande, ma purtroppo le conseguenze della brutta caduta di Puzar a Sissa stopparono le cose sul più bello. Abbiamo chiesto all’amico Riccardo di raccontare come andarono le cose. Buona lettura.
MXT: Ciao Riccardo, come nacque l’idea di prendere parte nel 2009 al mondiale Veteran con Puzar? Di chi fu l’iniziativa? Ci racconti come andarono le cose?
B: All’epoca, nel 2009, gestivo il team con Honda e come pilota avevo Pascal Leuret e Alex in quel periodo aveva ripreso ad andare in moto proprio in sella a una Honda 250. Siamo amici da tanto tempo e parlando di questo campionato Veteran mi disse che gli sarebbe piaciuto fare qualche gara e, visto che stava già usando una 250, che avrebbe preferito farlo in sella proprio a questo tipo di moto, invece che usare una 450. Secondo me, che lo vedevo girare, Alex era competitivo anche con la 250 e decidemmo insieme di usarla in gara. Le mie Honda erano preparate da Multitek e Alex fece alcune prove in sella alla mia moto dotata di kit: gli piacque molto. Le sospensioni invece se le fece preparare dal suo ex meccanico Roberto Manucci.
MXT: A Faenza, al debutto, Alex fece la pole nonostante sul quel tipo di tracciato le 450 godevano sicuramente di un grosso vantaggio, soprattutto in partenza.
B: Si fece la pole con la piccola 250 dando due secondi a tutti gli altri piloti, ma in partenza la differenza si sentiva eccome.
MXT: Nonostante questo handicap Alex chiuso secondo dietro il campione in carica Iven nella prima manche. La seconda manche si corse sotto un nubifragio.
B: Nella prima manche recuperò bene. Nella seconda con tutto quel fango fu vittima di una scivolata al primo giro e poi recuperò diverse posizioni.
MXT: Per la seconda prova sulla sabbia di Valkenswaard portaste la cilindrata della moto a 290 c.c., vero?
B: Si, per la gara sulla sabbia decidemmo di aumentare la cilindrata per avvicinarci alle 450. Alex fece veramente una bella gara. Sulla sabbia di Valkenswaard in mezzo alle 450 conquistò addirittura il podio.
MXT: Come mai poi decideste di non proseguire, visto che Alex era in lotta per il titolo?
B: Decidemmo di non continuare perchè le gare seguenti erano abbastanza lontane dall’Italia e poi, in realtà, per noi fu un gioco la partecipazione alle prime due prove, non c’era nulla di programmato. Anche la trasferta in Olanda fu decisa subito dopo la gara di Faenza, che nei piani doveva essere l’unica. Non c’era nulla di ufficiale, era una cosa tra di noi che siamo amici da tanto tempo. Alex mi chiese una mano e io lo aiutai volentieri.
MXT: Nel 2010 decideste di riprovare, stavolta in sella a una 450. Gestivi le Aprilia ufficiali e ovviamente la scelta ricadde su quella moto. Il programma prevedeva tutto il campionato questa volta?
B: Nel 2010 da Honda passai al team ufficiale Aprilia per fare tutto il mondiale e ovviamente la moto che gli potevo offrire , con il dovuto supporto tecnico, era l’Aprilia. Lui, così per scherzo, mi disse di portargli una moto che usavamo per le prove e mi ricordo che andammo in Liguria a Beuzi per provarla. A lui l’Aprilia piacque tantissimo e mi disse che gli sarebbe piaciuto fare qualche gara e da lì parti la nuova avventura con l’Aprilia bicilindrica.
MXT: Come si trovava Puzar in sella all’Aprilia? Cosa chiese a livello di preparazione, rispetto a Coppins ad esempio?
B: Ricordo che dopo la prima prova ne parlai subito con Aprilia e pure Gigi Dall’Igna, che curava la parte tecnica, era molto entusiasta di questa avventura con Alex. Partimmo quindi con i test e Alex cominciò a dare le sue indicazioni sulla moto e ti posso dire che ci diede tante informazioni importanti anche per i piloti che disputavano il mondiale, Coppins e Priem: confrontavamo le scelte tecniche e le impressioni di Alex con quelle degli altri piloti. Le scelte di Alex e di Joshua sull’erogazione del motore, entrambi volevano più coppia, e sull’elettronica erano sempre simili.
MXT:Purtroppo Alex il 1 aprile di quell’anno ebbe quel brutto incidente a Sissa che fece spaventare tutto l’ambiente. Le conseguenze della caduta impedirono la partecipazione al campionato. Secondo te si poteva vincere?
B: Prima di quella caduta Alex era veloce come alcuni piloti, non ti faccio nomi, che correvano nella MX1 e ti parlo di gente che stava tranquillamente tra il decimo e il ventesimo posto quell’anno. Purtroppo il 1 aprile ha avuto quel brutto incidente. Io non c’ero, ero in partenza per la prima prova del mondiale in Bulgaria e lo venni a sapere quando ero in aeroporto. Purtroppo svanì tutto prima di cominciare e fu un vero peccato perchè secondo me Alex poteva stare tranquillamente nelle prime tre posizioni e, non voglio sbilanciarmi, poteva anche vincere.
MXT: Alex è stato tuo pilota in età matura: come si gestisce un pilota della sua levatura? Era esigente?
B: Posso dire che Alex è vero professionista. Non lo definirei esigente, ma un pilota che sa quello che vuole e che quindi ti mette nelle condizioni di lavorare bene. Come tutti i campioni del resto che quando salgono su una moto sanno già dove vogliono andare, cosa vogliono fare e che risultati ottenere. Ci siamo trovati davvero bene insieme.
MXT: Grazie mille Riccardo
B: Grazie a voi
Testo Daniele Sinatra
Foto JK Racing, Daniele Sinatra
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