L’ARABA FENICE
11 anni dopo l’indimenticabile duello tra Corrado Maddii e Michele Rinaldi, che assegnò il primo titolo iridato ad un crossista azzurro, il mondiale 125 del 1995 ha riproposto un dualismo tutto italiano, destinato ancora una volta a dividere il tifo degli appassionati; e il destino ha voluto che anche stavolta i vecchi rivali si ritrovassero uno contro l’altro, nei box, come team manager dei piloti che in pista si stavano giocando il mondiale.
Nel 1994 il giovane bresciano di belle speranze Alessio Chiodi, in sella alla Honda del Team Italia gestita da Corrado Maddii, è definitivamente esploso, concludendo il campionato della 125 al secondo posto dietro all’americano Bob Moore, pilota del team di Michele Rinaldi. A quel punto, passato Moore in 250, per la stagione ‘95 il manager di Parma decide di puntare proprio su Chicco: la moto è la Yamaha che ha appena vinto il titolo, la professionalità del team non si discute e per il ventiduenne di Salò tutto è pronto per il salto decisivo verso il titolo.
Alex Puzar, invece, è un campione all’ultima spiaggia. Il piemontese viene da tre stagioni travagliate, nelle quali ha conseguito pochissime vittorie e ha vissuto una forte crisi psicologica, al punto da ponderare un clamoroso ritiro dalle competizioni. Per anni alfiere del team Rinaldi, Alex già nel 1993 aveva annunciato di voler mollare il motocross, ma spronato dallo stesso Rinaldi a trovare nuove motivazioni, aveva deciso di continuare ancora un anno nella classe 250 con un altro team (Platini con moto Kawasaki); tuttavia la stagione 1994 è talmente travagliata e negativa da concludersi ancor prima della fine del campionato del mondo e stavolta niente lascia presagire che ci saranno ripensamenti. Alex, mai così in basso nella sua carriera, decide di correre le gare di fine stagione degli Assoluti d’Italia con una 125, per dare un ultimo saluto ai tifosi prima di appendere definitivamente il casco al chiodo; ma i risultati di quelle gare sono sorprendenti e all’improvviso Puzar ritrova la voglia di mettersi in discussione. Si fa avanti Corrado Maddii che offre al campione di Ceva la possibilità di gareggiare nel mondiale 125 del ‘95 in sella ad una delle sue Honda del team Italia. Questa proposta però scatena il finimondo: da un lato c’è la FMI che, considerando Alex un patrimonio nazionale, vuole recuperare il suo campione, dall’altro c’è tutto l’ambiente del motocross italiano, fortemente contrario al fatto che tale recupero venga realizzato coi soldi della Federazione, che dovrebbero invece essere riservati alla crescita di giovani leve. A quel punto Maddii risolve la questione creando una struttura separata per la gestione del solo Puzar, il Team Maddii Racing, mentre il team Italia finanziato dalla FMI schiera Mauro Dal Lago e Thomas Traversini.
Si arriva così a questo fatidico 1995. Nelle gare pre-stagionali Puzar, a corto di sponsor, si schiera al via con una 250 per acquisire risultati migliori e guadagnare credibilità, mentre Chiodi gareggia con la 125 con cui correrà il mondiale, risultando sempre il migliore dei piloti in sella alla ottavo di litro. In attesa del confronto diretto i due si punzecchiano un po’ tramite la stampa: Chiodi si dice poco convinto del recupero di Puzar per via della sua fragilità psicologica, mentre Puzar, dal canto suo, promette battaglia e garantisce che non farà sconti a nessuno.
La prima prova del mondiale si disputa in Italia, a Castiglione del Lago, e il tracciato è una polveriera di tifosi pronti ad esplodere. Oltre ad Alex e Chicco ci sono, ovviamente, anche altri piloti pronti a recitare ruoli da protagonisti: tra questi l’americano Jimmy Button, schierato dal team di Giorgio Foi su Honda, Massimo Bartolini con la TM, il vecchio campione olandese Dave Strijbos sulla Suzuki Carpi Motor, l’inglese di talento Paul Malin su Yamaha e tanti giovani scalpitanti pronti a conquistarsi le luci della ribalta, come il francese Sebastien Tortelli, in sella alla Kawasaki di De Groot, ed il nostro Claudio Federici, con la Yamaha del team diretto da Claudio De Carli, che schiera anche l’abruzzese Erik Camerlengo.
Il campionato comincia in salita per Puzar, che il mercoledì precedente la gara cade in allenamento e si infortuna ad alcune vertebre, ma si presenta comunque al via imbottito di antidolorifici e conclude le manche al secondo e quarto posto, raccogliendo 30 pesantissimi punti. Tra la sorpresa generale i giovani piloti di De Carli fanno sfracelli: Claudio Federici vince il GP con un primo e un terzo, mentre Camerlengo conquista il terzo posto in gara-1. Chiodi è secondo assoluto con un quarto e un primo di manche.
La seconda prova si disputa una settimana dopo in Spagna; Puzar, afflitto ancora dai dolori alla schiena, conclude terzo assoluto davanti a Chiodi, mentre Massimo Bartolini si mette in luce vincendo alla grande la seconda manche. In campionato Chicco si trova in testa con un solo punto di vantaggio su Puzar. Nella gara seguente in Argentina il bresciano vince il GP, in virtù di un primo e secondo posto, e allunga un po’ su Alex, quarto assoluto a causa di una brutta partenza nella prima manche che lo costringe a rimontare; Seb Tortelli ottiene la prima vittoria della sua carriera, aggiudicandosi la seconda manche.
La quarta prova è in Polonia e la schiena di Puzar è finalmente tornata a posto; sfruttando un tracciato reso insidioso dalla pioggia, Alex coglie la sua prima vittoria stagionale in gara-1, conquistando anche la leadership del campionato grazie al contemporaneo ritiro di Chiodi, che salva comunque la situazione vincendo la seconda manche. Da questo momento in poi, però, Puzar comincia a vincere GP a raffica, su ogni tipo di superficie: dal fango polacco alla sabbia dell’Olanda e poi al duro ungherese di Kaposvar, dove addirittura Alex coglie una fantastica doppietta. Invece per Chiodi le cose vanno male e ad ogni gara lascia sul piatto punti importanti: in Olanda rimedia un altro ritiro quando viene centrato in partenza da un altro pilota, mentre a Kaspovar cade nel tentativo di recuperare un avvio nelle retrovie.
A Foxhill, in Inghilterra, l’idolo locale Paul Malin vince la prima manche ed il GP; Puzar è settimo in apertura a causa di una caduta al via e primo in gara-2, finendo secondo assoluto e guadagnando ancora qualcosa su Chiodi, che nella graduatoria di giornata termina alle sue spalle. Chicco trova il riscatto nell’appuntamento successivo, in Repubblica Ceca, e centra una perentoria doppietta che lo fa tornare finalmente alla vittoria; Puzar, però, limita al massimo i danni e con due secondi posti cede solo 6 punti. Dopo 8 GP Alex è in testa alla classifica generale con ben 50 punti di vantaggio su Chiodi: con sole quattro gare da disputare, pare proprio che per il piemontese il difficile sia già alle spalle; ora bisognerà solo gestire il vantaggio e non commettere errori.
La gara seguente è il GP di San Marino, disputato sul circuito “Pino Serra” della Baldasserona, una pista dal fondo eccezionalmente duro, poco gradita al capoclassifica del mondiale; Michele Rinaldi, che conosce molto bene Puzar, prevede che nelle prossime gare il campione di Ceva potrebbe andare incontro ad un periodo di rilassamento ed esorta Chiodi a non mollare. Anche nel team Maddii c’è molta preoccupazione per i GP estivi: sanno che Alex è stanco perché ha cominciato presto la preparazione (per presentarsi in forma alle gare premondiali e reperire sponsor) e sanno anche che durante l’estate ha diminuito l’intensità degli allenamenti, per cui non è preparato a sopportare il caldo torrido ed il fondo duro delle gare che stanno per arrivare. Alla Baldasserona Chiodi fa ampiamente il suo dovere, conquistando il GP grazie ad un secondo ed un primo di manche; alle sue spalle giunge Tortelli, vincitore di gara-1, mentre Puzar è irriconoscibile: fatica enormemente, non va oltre un tredicesimo e un quinto di manche e alla fine di gara-2 non riesce nemmeno a portare la moto ai box per quando è stanco. In una volta sola Chiodi ha dimezzato il suo svantaggio in classifica: forse Rinaldi ci ha visto giusto e forse Maddii fa bene a preoccuparsi.
La gara successiva conferma che le due “vecchie volpi” del nostro cross hanno indovinato in pieno i pronostici: Chiodi, sempre più in palla, vince il suo terzo GP consecutivo, ancora davanti a Tortelli, mentre Puzar finisce terzo nella prima manche e si ritira nella seconda dopo essere stato centrato da Malin. In classifica generale Alex ha perso la bellezza di 46 punti in soli due GP; Chicco gli è tornato addosso e lo tallona a sole 4 lunghezze di distacco.
L’undicesima e penultima prova si disputa in Indonesia. Nella prima manche tutto sembra confermare il nuovo andamento del campionato: Chiodi, partito malissimo, risale velocemente dalle retrovie e raggiunge ben presto il solito Puzar appannato, superandolo senza particolari problemi. Ma a quel punto scatta qualcosa nella testa di Alex: messo alle strette e punto nell’orgoglio, il piemontese ritrova all’improvviso quella cattiveria che sembrava aver smarrito nelle ultime uscite e ripassa Chicco, distanziandolo. Nel finale di gara Puzar rompe il motore a causa del filtro dell’aria montato male e Chiodi, col sesto posto, riconquista quella leadership del campionato che aveva perso dalla gara in Polonia. Ma Michele Rinaldi ha già capito che in quel controsorpasso c’è comunque la chiave di svolta della stagione: adesso è lui che si deve preoccupare per Chiodi, perché Puzar ha ritrovato quella condizione mentale che lo rende imbattibile, mentre Maddii può tornare a sognare. L’analisi è confermata nella seconda manche: non appena Chicco lo raggiunge, Alex comincia a tirare e distanziare nuovamente l’avversario diretto, concludendo terzo, mentre Chiodi non regge al forcing di un ritrovato Puzar e finisce al quinto posto. Tutto si deciderà all’ultima prova ed i distacchi sono talmente ridotti che il minimo dettaglio potrà fare la differenza!
Il teatro della sfida finale è previsto il 13 agosto nella pista tedesca di Reil. I due grandi contendenti si presentano al via con Chiodi in vantaggio di appena 2 punti su Puzar. La tensione è palpabile nell’aria, ma il più sereno di tutti sembra essere proprio Alex: il piemontese può già considerare ampiamente positiva la stagione del suo ritorno a grandi livelli, ma è comunque molto importante vincere il titolo per lui, oltre che per la gloria, anche perché molti accordi con gli sponsor prevedono pagamenti solo in caso di successo; diverso è, invece, lo stato d’animo di Chiodi, che all’improvviso sente addosso tutta la pressione di un titolo da conquistare per forza per non deludere le aspettative che lo davano come grande favorito.
Nella prima manche Puzar scatta al comando e va in fuga, giungendo sotto la bandiera a scacchi con grande margine sugli inseguitori capitanati da Chiodi, che ha perso tempo nelle fasi iniziali per recuperare una partenza da centro gruppo. Adesso il nuovo leader del campionato è Alex, seppur con un solo punto di vantaggio su Chicco: nella seconda manche chi arriverà davanti all’altro sarà il campione del mondo. La tensione, ovviamente, è alle stelle. Prima del via decisivo, mentre i piloti preparano il solco per la partenza, Puzar si avvicina a Chiodi e gli augura buona fortuna: un gesto che dimostra ancora una volta il diverso stato d’animo dei due. Anni dopo Alex confesserà che in quel momento si sentiva il più forte e quindi sicuro di riuscire a vincere il titolo.
Parte la gara ed ancora una volta Puzar si porta in testa, ma stavolta Chicco è partito meglio e riesce subito ad incollarsi alle sue spalle. Il momento è decisivo: tutti e due stanno ovviamente tirando al massimo e Chiodi da dietro cerca di mettere pressione al rivale, ma in realtà è al limite più di Alex, tanto che alla fine è lui a commettere l’errore e cadere, fratturandosi pure un dito; per quanto possa rialzarsi prontamente, il distacco accumulato è troppo e a Puzar basta arrivare secondo dietro a Strijbos per tagliare il traguardo a braccia levate, da campione del mondo. Dopo tre stagioni buie, proprio quando ormai veniva considerato un pilota finito, Alex Puzar risorge come l’araba fenice e stupisce tutti, conquistando il secondo titolo mondiale della sua carriera.
A fine gara ci sarà anche qualche strascico polemico nei confronti del presidente della giuria internazionale Comanducci, accusato di aver richiesto un’innaffiatura molto frequente della pista per creare un terreno morbido più consono alla stile di guida di Puzar; ma sono polemiche che lasciano il tempo che trovano: dopo un duello durato tutta una stagione, i due contendenti sono arrivati a giocarsi il campionato all’ultima manche e la vittoria è semplicemente andata al pilota che quel giorno era più in forma. Il titolo conquistato è una grande vittoria anche per Corrado Maddii, il vero artefice del recupero di Puzar, che vede il suo pilota diventare campione, prendendosi finalmente una piccola rivincita sul suo eterno rivale.
Testo Daniele Sinatra
Foto Stefano Spadavecchia, ErbinSpictjers e repertorio web.