A bocce ferme e a due giorni dalla conclusione del campionato, qualche riflessione sulla stagione appena compiuta è doverosa!
Onore al nuovo campione Supercross Cooper Webb. A inizio anno lo ritenevo la possibile sorpresa del campionato, ma in tutta onestà non lo immaginavo campione alla prima stagione con KTM. Sicuramente il nostro Editore Pietro Ambrosioni, che conosce molto bene l’ambiente USA, ci aveva visto lungo quando dedicò un articolo al trasferimento di Webb in KTM (lo trovate in basso). In effetti Webb sotto la cura De Coster e Baker è letteralmente rinato e si è espresso su quei livelli che erano già stati pronosticati in passato quando dominava la classe 250. Ha vinto più di tutti, ha conquistato più podi di tutti e alla fine, come logica conseguenza, ha centrato il bersaglio grosso. Ma la cosa che colpisce di più è la maturità mostrata in pista: dopo gli anni agitati in Yamaha, Webb ha gestito benissimo le gare senza commettere alcun errore e, a differenza dei suoi avversari, ha centrato sempre il miglior risultato possibile, anche quando in pista c’era qualcuno più veloce di lui. Aprirà un ciclo? Probabile. Webb sa come si vince, sa reggere la pressione molto bene del numero 1 ( lo ha dimostrato in 250) e poi è maturato tantissimo in questa stagione. Si dice che riconfermarsi è sempre più difficile che vincere un campionato. Assolutamente vero e Anderson lo conferma. Ma l’intuito mi dice che Webb ha quel qualcosa in più che hanno avuto altri piloti prima di lui. Spero di non essere smentito.
Tomac chiude secondo e ancora una volta la conquista del titolo è una chimera per lui. A differenza dello scorso anno dove commetteva errori clamorosi (le tomacate come lo chiamo) quest’anno ne ha compiuti di meno, ma è stato incostante. Ha letteralmente dominato alcune gare e poi è stato inguardabile in altre, dove appariva spento. Questi alti e bassi hanno condizionato la sua stagione perchè troppi punti sono stati lasciati per strada. E con un avversario come Webb, che non sbaglia mai, alla lunga la paghi! Avrà modo di riscattarsi nell’outdoor, dove parte con il numero 1, ma anche lì occhio a Webb.
Musquin è partito con un un handicap dato dall’infortunio al ginocchio. Tanto che ha raggiunto il top della forma da metà stagione in poi. Anche lui ha saggiato il terreno più volte, anche per colpe altrui, ed è un peccato che abbia subito una penalità nel miglior momento di forma. Senza la penalità subita a Seattle sarebbe arrivato a soli 7 punti da Webb e chissà con il senno di poi qualcosa sarebbe andato diversamente. Con i se e con i ma non si va da nessuna parte. E’ probabile una operazione per sistemare il ginocchio questa e estate e poi si vedrà. Certo avere in squadra il nuovo numero 1 non sarà facile.
Roczen aveva cominciato benissimo e galvanizzato un poco tutto l’ambiente. Dopo due anni disastrosi, nelle prime prove del campionato Ken ha mostrato di avere le carte in regola per potersi giocare il titolo; purtroppo da metà stagione in poi alcuni guai fisici lo hanno condizionato ed ha concluso in calando. Guai che a quanto sembra traggono origine dalla cura antibiotica eseguita dopo la gara di San Diego, quella della calce sparsa in pista! Assurdo!
Da applausi la stagione di Baggett che rispetto allo scorso anno peggiora la posizione in campionato, ma coglie il suo primo successo in 450, oltre a diversi podi. Senza dimenticare che in alcune gare è stata una vera spina nel fianco per i big.
Anderson, da campione in carica ha deluso. Si è infortunato troppo presto, ma nelle prime tre prove del campionato è sembrato un pilota diverso rispetto a quello vincente e solido del 2018; probabile che questo mutamento sia dovuto alla pressione del correre con il numero 1. Strano considerato che ha letteralmente dominato tutte le gare disputate nella off season. Di certo lo stesso Jason dopo Anaheim 1 parlò di non esserci con la testa. Lo aspettiamo a un pronto riscatto.
Tra i rookie Osborne Plessinger, Hill e Savatgy è quest’ultimo a spuntarla che chiude il campionato all’ottavo posto. Unica pecca non avere centrato mai il podio anche se un paio di volte ci è andato vicino. Tutti hanno avuto comunque la stagione condizionata da infortuni. Lo stesso Savatgy ha saltato un paio di gare, mentre Plessinger ha concluso la stagione anzitempo, proprio mentre cominciava ad ingranare. Hill, che aveva stupito per la velocità nelle apparizioni spot dello scorso anno, si è perso un poco quest’anno tra una caduta e l’altra e le botte rimediate. Osborne ha saltato la prima parte della stagione per infortunio, ma il suo rientro è stato un crescendo e rimane l’unico tra loro ad avere centrato un podio! Da rivedere tutti il prossimo anno con più esperienza alle spalle.
Nonno Reed ci ha fatto divertire fino a quando è rimasto in pista. Per lui non valgono i discorso sui podi, la longevità etc. Basta che ci sia!!!!
Nella 250 rammarico per il team Pro Circuit che domina entrambe le coste ma ci rimane con un palmo di naso per gli errori commessi da Cianciarulo e Forkner! Per Adam il titolo sembra sia stregato. Ma se nella Costa Ovest il vincitore Ferrandis è certamente degno della corona ( velocità podi e vittorie parlano da soli) lo stesso non si può dire per la Est. Attenzione chi vince ha sempre ragione, ma onestamente Forkner rispetto agli altri piloti ha sempre avuto una marcia in più. Sexton ha ricevuto davvero un regalo di natale in anticipo!!!
Al prossimo anno, ora tocca all’outdoor!!!!